UNO NESSUNO CENTOMILA // incontro con Farian Sabahi @Tilane

UNO NESSUNO CENTOMILA // incontro con Farian Sabahi @Tilane

“Uno nessuno centomila” è una rassegna per condurre indagini confidenziali tra autrici e autori, lettrici e lettori alla ricerca dei molteplici significati che scorrono tra le parole, per indagare punti di vista e sfaccettature nascosti tra le righe e interrogando chi le ha scritte e chi le ha lette.

Farian Sabahi con “Noi donne di Teheran”, in calendario il 25 novembre.

PRENOTA
incontro con Farian Sabahi

25 novembre ore 15
Piazza Divina Commedia, 3-5

Il libro : Noi donne di Teheran

Noi donne di Teheran è un racconto – in prima persona femminile – su cosa vuol dire essere bambine, ragazze, donne in un paese complesso e affascinante, pieno di potenzialità e contraddizioni. L’Iran è una repubblica islamica intrisa di imposizioni e divieti che spesso sfociano in una violenta repressione. È anche una società istruita e colta, contraddistinta da impegno civile e animata da scrittori e registi che ci incantano e ci fanno sognare. Nonché un paese di donne resilienti, che con coraggio scendono in strada per rivendicare libertà che in Europa diamo per scontate. Di questo Iran, nella seconda parte del volume, il premio Nobel per la pace 2003 Shirin Ebadi e Farian Sabahi parlano, incontrandosi e dialogando di politica e diritti.

 

L’autrice : Farian Sabahi

Docente universitaria e giornalista italo-iraniana. Insegna History and Politics of Iran e tiene un corso di giornalismo presso la John Cabot University di Roma. Scrive di Iran per “il manifesto” e per il “Corriere della Sera”. A Wikiradio racconta episodi e protagonisti della storia iraniana. È spesso ospite di programmi radiofonici e televisivi. Figlia di una piemontese e di un iraniano, ha narrato le vicende di famiglia nel memoir Non legare il cuore. La mia storia persiana tra due Paesi e tre religioni (2018). I suoi ultimi libri sono Storia dello Yemen (2021) e Storia dell’Iran 1890-2020 (2020).

 

“Che colpa abbiamo, io e voi, se le parole, per sé, sono vuote?”