UNO NESSUNO CENTOMILA // incontro con Marco Rossari @Tilane

UNO NESSUNO CENTOMILA // incontro con Marco Rossari @Tilane

La rassegna Uno nessuno centomila giunge al secondo anno. A febbraio Tilane incontra Marco Rossari con “L’ombra del vulcano” in calendario il 24 alle 16.

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incontro con Marco Rossari

sabato 24 febbraio alle 16
Piazza Divina Commedia, 3-5

L’autore: Marco Rossari

Scrittore e traduttore, è nato a Milano nel 1973. Tra i suoi libri: L’unico scrittore buono è quello morto (Edizioni e/o 2012), Piccolo dizionario delle malattie letterarie (Italo Svevo 2016), Le cento vite di Nemesio (Edizioni e/o 2016) candidato al Premio Strega 2017 e Le bambinacce (Feltrinelli 2019), scritto a quattro mani con Veronica Raimo. Tra i tanti autori tradotti: Charles Dickens, Mark Twain, Percival Everett, Dave Eggers, Alan Bennett, Hunter S. Thompson, John Niven; è il traduttore, inoltre, della nuova edizione di Sotto il vulcano di Malcolm Lowry (Feltrinelli 2018). Per Einaudi ha curato l’antologia Racconti da ridere (2017) e ha pubblicato Nel cuore della notte (2018) e L’ombra del vulcano (2023).

 

Il libro: L’ombra del vulcano

«Dopo tanti anni ci siamo lasciati. Un giorno di marzo. È accaduto per gradi, e poi tutto d’un colpo».

È un’estate torrida e alcolica, dopo la fine di un grande amore. Mentre intorno a lui la città si svuota, il traduttore combatte con un romanzo esplosivo e maledetto: Sotto il vulcano di Malcolm Lowry. In quei giorni immobili di agosto Milano sconfina nel Messico, e per non morire di ricordi il traduttore si perde tra le pagine a caccia del Console, il protagonista del libro, per incontrarlo, parlare e bere con lui. Con una voce comica, ma capace di farsi grottesca e struggente, Rossari prende la sua estate del disamore e ne fa un racconto sentimentale, ossessivo e incandescente, in cui autobiografia e finzione si mescolano come la vita e l’alcol, di notte, in un bar di periferia. Perché letteratura e vita, alle volte, sono una cosa sola.

 “Che colpa abbiamo, io e voi, se le parole, per sé, sono vuote?”